domenica 27 marzo 2016

Dadi

Quante volte nella vita sentiamo la necessitá di un cambiamento.
A volte é sufficiente giocare a dadi e non aver paura.
Agitare il bicchiere, molto forte, appoggiarlo sul tavolo ed alzarlo lentamente, veder scivolare il primo punto, poi il secondo e se entrambi sono bassi, non cedere al timore e fai scivolare fuori il terzo. Ricorda se il punteggio fosse basso potresti aver comunque vinto, l'avversario non é detto abbia il tuo stesso coraggio e dopo aver agitato il bicchiere vigorosamente per sbatterlo sul tavolo non é detto che lo alzi.

mercoledì 2 marzo 2016

Trincea

A volte il senso di solitudine faceva brutti scherzi ad Io, aveva la sensazione di sentire strani rumori provenienti dalla nebbia che scrutava dalla sua trincea.
Dormiva il giusto, considerato che il sole era sempre in prossimità dell'orizzonte, non era facile dormire nell'ombra della Trincea; così Io chiamava il lungo fosso nel quale si era riparato e del quale non riusciva a vedere né l'inizio né la fine.
Ogni tanto guardava indietro nella luce di quel perenne tramonto ed osservava lo straordinario cristallizzarsi del mondo che aveva attraversato per rifugiarsi nella trincea.
Ma rifugiarsi da cosa? Dalla nebbia. .....
Ne aveva passate tante prima di arrivare lì,  poi un improvviso e sordo rombo come di una valanga ruppe la serenità di un giorno qualsiasi.  Vide scendere dai monti questa folta nebbia come se fosse in carica contro di lui,  si girò per scappare e vide la distruzione; i verdi campi erano improvvisamente ingialliti,  sullo sfondo del sole al tramonto nuvole di fumo si alzavano dal villaggio in fiamme mentre il castello a sua guardia sembrava crollato da tempo immemore.  In tutto questo la cosa sconvolgente era l'immobilità di qualsiasi cosa,  gli uccelli,  il fumo, gli alberi e nessun suono........sembrava di stare di fronte ad un quadro coloratissimo e tremendamente vero. Cosa doveva fare in quel momento?  Come sfuggire a quella inquietante nebbia?  Cosa era successo al suo mondo e dove si sarebbe potuto nascondere in quella devastazione?
Dove erano tutti e cosa era successo allo scorrere del tempo?
Cosa ci entrava la nebbia con tutto questo?
Cosa erano quegli orribili rumori provenienti dalla nebbia?  Il rombo,  lo stridio acuto,  suoni simili ad urla strozzate.....
Io,  in quel momento,  preso dalla disperazione e dalla paura,  si gettò a terra con le mani sulla testa.Si sentì sprofondare e credeva di essere morto ma........sentiva ancora il suo cuore,  sentiva ancora il suo respiro ed il proprio calore.  Aprì gli occhi e si accorse che era caduto in un grande fosso;  alzò la testa con cautela,  per scrutare la nebbia e vide che era lì a pochi metri da lui,  ferma in un immobile ribollire,  in un silenzioso mugolare. Alla sua destra questo enorme fosso si perdeva all'orizzonte ed alla sua sinistra lo vedeva solcare le montagne. Quel fosso spaccava la terra come se fosse arrivato un terremoto; ma era sicuro,  tremendamente accogliente se paragonato a quella tremenda nebbia.
Io decise di rifugiarsi li finché non fosse successo qualcosa.  Passò il tempo,  in maniera indefinibile almeno per Io,  si addormentò numerose volte sopraffatto dalla stanchezza ma senza sentire fame; il tempo sembrava veramente fermo fisicamente dentro e fuori di lui ma non nel suo animo.
Ed eccoci ad ora,  nel momento in cui Io decise.  Poteva tornare indietro?  No
Poteva vivere così?  No
Poteva rimanere nella trincea?  No sarebbe morto dentro.
Poteva sopportare la costante paura della nebbia che continuava a logorarlo dentro?  No sarebbe impazzito e già era a buon punto.
Doveva vincere la paura ed affrontare quel muro grigio,  doveva affrontare quei sinistri rumori,  quello stridere metallico, quei sospiri che alimentavano in maniera irrefrenabile le sue fantasie trasformandole in terrore.
Saltò, chiuse gli occhi ed iniziò a correre verso la nebbia ma inciampò a due passi dal muro e cadde facendosi male;  si ranicchiò coprendosi la testa e piangendo dal terrore;  un tremendo stridere ed un urlo acuto e selvaggio lo accolsero e la nebbia lo divorò.
Ma sparire nella nebbia non vuol dire scomparire e cessare di essere.
L'unica via di uscita è aprire gli occhi ed accettare quello che riesci a vedere.
Io si alzò dentro la nebbia,  iniziò di nuovo a correre zoppicando, i rumori tutto attorno;  corse e corse ma poi svenne di nuovo.
Il calore del sole lo fece destare e pure il canto di un pettirosso.  Si alzò sulla gamba ancora sana e guardò verso valle;  da quella piccola collina vedeva una infinita distesa di nebbia, sotto la quale sapeva benissimo cosa c'era; il castello crollato,  il villaggio,  i campi. ....la trincea. ......
Aveva vinto l'unico grande vero nemico,  la sua paura.