domenica 12 giugno 2016

Nonno Anselmo

Una ventilata giornata primaverile, un noioso pomeriggio in mezzo al verde dell'erba e l'ombra degli alberi; questa è la meravigliosa magia delle case di campagna.
Il piccolo Carlo si avvicinò al nonno che stava leggendo sotto la veranda; il paesaggio che si vedeva era molto bello e placido, le  verdi colline che degradavano al mare blu.
"Nonno non hai paura di morire?"

Anselmo distolse lo sguardo dal libro e con un sopracciglio alzato guardava il bambino; un piccolo sbuffo salì dalla pipa in legno.

"E' una domanda strana per un bambino ma non per un uomo....." rispose il nonno accomodandosi sulla sedia e facendo gesto al bimbo di farsi vicino.

"Forse vuol dire che stai crescendo...."

"Cosa c'è che ti preoccupa Carlo? Hai paura di morire tu?"


Il bambino ci pensò un poco e poi rispose "Bhè, si nonno, tutti hanno paura di morire. Vedo i grandi che si affannano e dicono che non riescono a fare tutto quello che vogliono, come se il tempo non bastasse mai. Ecco questa è la paura di morire!".

Il nonno corrucciò lo sguardo e guardò Carlo. "Non ti far ingannare da  tutto questo correre e brigare; è solo un modo con il quale i grandi si distraggono da quello che veramente potrebbe aiutarli a vivere
senza paura. In realtà è un po difficile da accettare.....".

Carlo si fece perplesso, non capiva.

"Vedi mio caro bambino; non conta quante cose fai, quanti luoghi vedi o quanti progetti di vita riesci a realizzare; la famiglia, il lavoro, gli amici.
La cosa veramente importante è quello che senti rispetto a queste cose; quello che senti dentro di te.
Anche se tu riempissi tutto il tempo che hai ma non riesci a sentire con il cuore, tutto non avrebbe un significato. Puoi essere pieno di amici ma sentirti solo, puoi essere sposato ed avere una bella famiglia ma sentirti incompleto, puoi aver fatto tantissime cose ma non essere sufficienti.
Mentre invece possono bastare poche cose o poche persone per dare senso ad una vita; ricorda però che non devi mai sederti ed accontentarti di quello che hai e basta!"


Carlo fece per arrabbiarsi, "Nonno mi prendi in giro! Ma è un controsenso!"

"Come posso sentire poche cose che sono importanti e non accontentarmi mai!"


Il nonno sospirò. "Vedrai che se segui il tuo sentimento vero, alla fine della tua vita che essa sia corta o lunga, avrai fatto tantissime cose, cambiato molte persone e riempito tutto lo spazio dentro di te ma non ti sarà costato nessuna fatica!".

Carlo guardò il nonno e sospirò "Forse ho capito.......forse.....".

Si sedette per terra, pensieroso, accanto il nonno Anselmo guardando il blu del mare ed colori del cielo che cambiavano al tramonto.




domenica 5 giugno 2016

Piccola stella

Il verso del gabbiano lontano, il ritmico e delicato suono della risacca sul bagno asciuga e l'aria fresca sulla pelle, nulla altro.
Che bello pensó la piccola stella adagiata vicino i patini. "Potessi vedere anche il resto!".
A volte i desideri sono accolti per strane vie; una piccola mano raccolse la stella tra i sassetti, "Mamma mamma! Ho trovato il ciondolo per la mia collana!".

"Ed io ho trovato chi avrà cura di me permettendomi di vedere il mondo....", pensò la piccola stella.

venerdì 3 giugno 2016

Il fiore del deserto

Il riflesso del sole cadeva preciso sui garretti del cavallo che se ne stava dietro l'ombra di un macigno.
Il suo cavaliere, coperto da una tunica e dalla sua corazza metallica era a pochi metri da lui, chino in posizione di difesa, con lo scudo piantato a terra e la spada pronta.
 Era lì, teso pronto a fronteggiare un pericolo con tutta la sua determinazione, forza e concentrazione; il sudore cadeva lento dalla sua fronte coperta dall'elmo, i suoi occhi blu e verdi erano fissi sull'obiettivo.
Così lo vide la bambina mentre rientrava al suo villaggio; si avvicinò ma lui sembrò non notarla tanto era concentrato. Occhi celeste chiari e capelli scuri, avvolta nel suo mantello aveva attraversato dune e rocce per arrivare ad una piccola fonte ed ora stava tornando a casa.

"Cosa fai?", disse con voce squillante.

Il cavaliere trasalì e quasi cadde dallo spavento, ma subito tornò a concentrarsi.

La bimba puntò lo sguardo esattamente verso dove guardava il guerriero e identificò subito cosa stava osservando con tanto timore; era una piccola pianta che stava per fiorire.

"Ma stai guardando quella piantina?"

Lui guardò lei per un attimo ed esitando rispose:

"Si proprio quella...", disse con tono basso.

La bimba osservò attentamente la piantina; era di un bellissimo verde vivo, con tante piccole foglie e qualcuna più grande, il boccio che stava per schiudersi faceva trasparire un rosso fuoco.

"Scusa ma come fai ad avere paura di una cosa così piccola ed inerme......".
"Voglio dire; è vero che in questo terribile deserto fà strano vedere una pianta del genere e sembra proprio fuori luogo ma non sembra così pericolosa."


"Mia piccola bambina, non sai quale terribile forza ha, non sai ancora di cosa stò parlando", disse sospirando.

"In passato ho già incontrato una cosa del genere, mia cara; hai tre strade da poter percorrere.
Puoi decidere di ignorarla e continuare il tuo cammino sapendo che rimarrà lì ma il tarlo di volerla ritrovare potrebbe tormentarti.
Puoi decidere di estirparla, lasciarla al sole e farla seccare, in  modo che non possa arrecare danno. Ma le lacrime sgorgherebbero copiose per aver ucciso una cosa viva e bella.
Oppure puoi decidere di accudirla e farla crescere ma devi stare molto attenta. Essa crescerà verde e profumata, i suoi fiori ti inebrieranno, ti porteranno ricordi meravigliosi; il suo tronco crescerà alto sopra di te e la sua chioma ti coprirà a farti ombra; i suoi frutti ti daranno una forza ed una determinazione eccezionale; con essa crescerai dentro e fuori.
Tutto intorno sarà erba fiorente ed un tripudio di vita.
 Verrà il giorno in cui però potresti vederla vacillare ed essa si aggrapperà a te con la sua forza, trascinandoti. Vedresti i suoi fiori morire lentamente, soffrendone atrocemente; vedresti il suo tronco seccar lentamente senza poter far niente........se non soffrire."

La bimba vide chiaramente la lacrima che correva lungo la guancia del guerriero ed il suo corpo scosso da un tremito.

Era possente, i suoi muscoli grandi e tesi, ricoperto da una corazza e da uno scudo formidabile ma aveva paura.

"Bambina, a nulla varrà il duro allenamento, il severo addestramento oppure una portentosa corazza ed uno scudo impenetrabile, Essa potrà colpirti ed atterrarti."


La bimba si avvicinò al guerriero, gli tolse l'elmo ed accarezzò la sua guancia umida; piangeva come solo un bambino sapeva piangere.

Poi andò a prendere il suo otre colmo di acqua e ne versò sulla pianta, il guerriero indietreggiò impaurito.

"Mio caro non temere; quello che stò facendo io tu lo hai già fatto in passato ma sappi che quello che ne hai ricavato è molto più di quello che hai sofferto.......".

Si guardarono negli occhi.

"L'unica forza che può sconfiggere un guerriero come te ha un solo nome ed la più grande.....si chiama vita....si chiama Amore. Ma sai anche che senza di essa non sei niente."

"Questo fiore nel deserto deve vivere perché è la vita stessa, in tutto questo nulla che ci circonda".
"Potrai riempire la tua vita di cose e di persone, di emozioni e risultati ma senza viverla pienamente; questa pianta è l'essenza. Essa andrà annaffiata e crescerà nelle notti di luna per mostrare la sua bellezza sotto il sole."

Il guerriero cadde stremato e dopo un lungo silenzio si rivolse alla bimba.
"Avremo cura di lei insieme?"

"Si non sarai solo stavolta..." rispose lei aprendosi in un sorriso.