lunedì 31 dicembre 2018

Il più bel capodanno

La verità è.......
La verità è che mi basterebbe stare abbracciato a te sul divano,
coperti da una coperta,
davanti il camino acceso.
La verità è che mi piacerebbe svegliarmi e vedere il tuo viso,
ancora assopito ai primi bagliori di sole nel primo giorno dell'anno.
La verità è che vorrei fosse vero.

martedì 25 dicembre 2018

Il pensiero sotto l'albero

Ed in fondo al più bel Natale, c'è sempre la consapevolezza che la felicità costruita su di una bugia raccontata tutti i giorni, non è la stessa felicità che prova un bambino; libera, pura e spontanea. C'è chi si accontenta; per fortuna io non crescerò mai.....

venerdì 9 novembre 2018

Lo gnomo ridente

C'era una volta uno gnomo di 400 anni che viveva in un verde bosco.
Tutti gli dicevano che aveva raggiunto una ragguardevole età, "riguardati che inizi ad invecchiare....", "non esagerare con gli sforzi.....", "non prendere troppo freddo...." e cosi via.
In un giorno di nebbia lo gnomo fece una camminata e tutti quelli che incontrava gli facevano raccomandazioni, così che inizió a sentire fatica ed acciacchi che non aveva mai sentito. Fú così che si fermo su un tronco a riposare, tutto avvolto dalla nebbia ma fu preso dal freddo ed inizió a sentirsi triste.
La gnomo si mise a pensare a tutte le cose che non avrebbe più fatto in futuro perché ormai non aveva più le energie e divenne ancora più triste.
Improvvisamente dalla nebbia comparve una figura vestita di azzurro; era una piccola fata sua amica sin dall'infanzia. Quando lo vide gli chiese subito se si sentisse male e lo gnomo gli raccontó come si sentiva. La fata, che lo conosceva benissimo, gli disse "come mi hai aiutato tu tante volte ora lo farò io!", così dicendo lo prese per un braccio e con un velocissimo incantesimo lo portò in cima al monte più vicino. Lo gnomo fu colpito dalla luce del sole e tutti i colori dell'erba e dei fiori lo accecarono quasi, cosi respirò profondamente. Subito un sorriso gli illuminó il viso, il freddo sparí e le energie tornarono. Si mise a saltare di felicità e raccolse dei fiori dal prato; mentre li porgeva alla fata gli accarezzò il viso e gli disse "Mi ero quasi scordato chi ero io e chi eri tu per me.....io sono come voglio e come mi sento, non dipende dalle cose che ho intorno o da quelle da fare o da come mi vedono gli altri. Ho ancora le energie e l'allegria che mi servono per stare e giocare con te, libero e spensierato, esattamente come quando avevamo solo 100 anni e non voglio smettere solo perché ora mi dicono che ne ho 400. Andiamo a giocare mia cara, nascondiamoci nel bosco, perché se non giochiamo più é solo perché ci hanno distratto". Cosi dicendo la prese sulle spalle e corse fra gli alberi.
Se ascolti bene puoi sentire le loro risa ed i loro sospiri provenire da dentro il bosco.

venerdì 12 ottobre 2018

Amore in arrivo

Amore che vieni,
se vieni Amore,
fallo nella donna giusta,
dove possa sciogliere la mia anima nella sua
senza dolore.
Amore che vieni,
se vieni da me
verrai abbracciato da un bambino ridente.
Amore, se vieni da me
fallo come sempre,
in punta di piedi,
con lo sguardo timido
mi dirai "Ti voglio"
e mi sconvolgerai la vita.
Amore, che senza di te
la vita è solo una fila
di persone che vogliono qualcosa.
Amore, vieni che ti abbraccio.....
Amore, negli occhi ti dico "Ti Amo" e
col corpo sciolgo la mia anima nella tua.

mercoledì 10 ottobre 2018

La scoperta dell'America

Poco alla ricorrenza della scoperta dell'America.

Un invito a capire che dalle proprie scelte, dalla propria volontà nascono sempre cose nuove, belle o brutte che si considerino è un passaggio, una soglia verso strade nuove.


domenica 15 luglio 2018

La piccola Fenice

C'era  una volta su un piccolo vulcano di una lontana e sperduta isola, un mucchio di cenere.
Quel mucchietto  di cenere inizió a scaldarsi ed a ribollire, prese fuoco e in una piccola vampata di luce e fiamme prese forma un piccolo uccello.
"Finalmente sono tornata al mondo! Nel posto giusto in compagnia del calore della terra il mio compagno di sempre." Detto questo il piccolo e fiammeggiante uccellino prese a volteggiare velocemente e con grande abilità sopra la bocca del vulcano.
"Sono libera e posso fare quello che voglio!" disse la piccola fenice alzando il suo volo e guardando all'orizzonte altre isole lontane.
Continuò così per molto tempo, notte e giorno instancabile. Parlò molto con il vulcano e divennero  grandi amici; si fidavano l'uno dell'altra.
Si fece molti altri amici sull'isola, altri uccellini, una vecchissima tartaruga che era sempre in viaggio, un paguro  che la andava a trovare al tramonto ed i pesci che saltavano fuori dall'acqua  per salutarla.
Un giorno  pensò "Voglio andare su un altra isola e conoscere altri amici ma per poterlo fare devo crescere ancora. Ma per poter crescere  devo bruciare ancora molto di più e farlo velocemente; l'unico che può  aiutarmi  è il vulcano."
Decise così in un caldo giorno d'estate di crescere ancora; si posò  sul bordo del vulcano e si accovacciò iniziando a fiammeggiare sempre di più decisa a buttarsi dentro.
Una possente e profonda voce tuonò "Ferma! Mia giovane amica, ferma!".
"Se ti butti dentro di me non ci saranno le ceneri dalle quali tu possa rinascere  interamente".
La piccola fenice esitò un attimo ma poi si buttò dicendo "A cosa vuoi che serva un mucchietto di cenere! È solo quello che io sono stata!".
Quando entrò nella lava si creò una grande esplosione ed un ribollire dal quale subito ne uscí un grande uccello, splendido  e maestoso, dal volo elegante che immediatamente iniziò a volare alto.
Con un veloce passaggio scese sul bosco, dove gli altri uccellini la salutarono festosi ma lei non rispose, sorvolò il mare dove i pesci per gioco la schizzarono ma lei se ne andò indignata, passò sopra la sabbia dove il paguro muoveva la chela ma lei lo ignorò.
Alla fine tornò sopra il vulcano.
"Dove vai amica mia?" disse il vulcano.
La bella Fenice non rispose  subito ma dopo poco disse "E tu chi sei? La tua voce non mi è nuova ma non ho ricordo di te."
" So solo che voglio volare via ed essere felice perché  non ricordo di esserlo stata, devo rigenerarmi ed essere nuova.......ancora felice ora ma non ricordo chi sono."

Il vulcano con voce triste disse "Mia piccola amica, hai rinunciato alle tue ceneri che contenevano il tuo passato illudendoti di crescere ed essere più forte e grande; hai solo rinunciato a quella che sei stata cancellando un pezzo di vita senza accettarlo. Sopravviverai ma sarai destinata ad una vita incompiuta e mai completamente piena. Non si può essere felici se non accettandosi e vivendo il presente con un passato."

La Fenice volteggiò sul vulcano dicendo "Sembrano  delle sagge  parole ma io non so  chi tu sia e non mi fido di te. Cercherò  la mia felicità  su un'altra isola è un mio diritto."

Detto questo si allontanò fino a sparire all'orizzonte.

Il vulcano divenne molto triste.

Un giorno la vecchia tartaruga si fermò a riposare al rientro  del viaggio.
Il vulcano gli chiese se avesse visto la fenice e la tartaruga rispose: "Aimè si. Chi ha rinunciato al sul passato è sempre alla ricerca di una conferma del suo presente ed alla creazione di un futuro per non sentirsi sperso. La ricerca disperata di conferme di se porta alla solitudine dentro; così  come le fiamme svaniscono senza un tizzone nella sua cenere."


martedì 10 luglio 2018

Metà della felicità

Dove è l'altra metà della felicità,
quella che senti mancare quando è finito l'attimo. Quella che ti fa sentire incompiuto, o che manca nel momento giusto?
È nei sogni, in tutti quelli che vuoi realizzare ma non riesci o pensi di non riuscire. Non ti svegliare sogna per rincorrere i tuoi sogni con tutto te stesso, non è una eterna ed incompiuta infelicità è una felicità sempre possibile.
Sogna non importa come dove quando e con chi, sogna la tua vita in un sogno vero.
Sogna di te, di chi Ami, di chi ti Ama.
Ama chi ti fa sognare.
Mischia i brandelli della tua vita, con i brandelli dei tuoi sogni.
Non perdere alcuna occasione per piangere e nessuna per ridere.
L'altra metà della felicità è nella vita che viene davanti a te.

mercoledì 30 maggio 2018

Il guerriero impaurito

C'era una volta un valoroso guerriero, forte e determinato.
Un giorno partecipó ad una lunga, violenta ed estenuante battaglia; mille valorosi resistenti ed abili guerrieri, il caos in terra.
La battaglia fu lunghissima, giorni ininterrotti tra avanzate e ritirate, attacchi a cavallo o con le picche, ritirate veloci e disorganizzate. Il fango si mischiava al sangue ed alle lacrime ma la luce del suo obiettivo lo faceva andare avanti, vincere.
Fu così che a diversi giorni dall'inizio i combattimenti si fecero più radi ed una pesante nebbia cadde sul campo; urla lontane e poi una imboscata, fu durissima e furiosa battaglia ma sconfisse tutti. Il guerriero continuò la ricerca del nemico, prestava attenzione ad ogni suono, scavalcó montagne di cadaveri ma riusciva a sentire solo il cinguettio di uccellini e lo scorrere dell'acqua, era teso ed iniziò a correre per trovare qualcosa da affrontare nella nebbia, inciampó esausto e cadde, rotolò in mezzo a dei cespugli e svenne.
Si svegliò baciato dal sole, la nebbia era sparita e gli uccellini continuavano a cantare. Si alzò, nervoso prese la spada, doveva combattere, aveva ancora forze e sopratutto doveva vincere! Salì urlando in cima alla collina dalla quale era rotolato e scrutó l'orizzonte; devastazione, morte, nulla si muoveva se non i corvi sui cadaveri; era rimasto solo lui. Aveva vinto! Ma nessuna felicità riempì il suo cuore, solo un enorme senso di vuoto e di smarrimento. Era dunque questo il senso della vittoria?
Cadde in ginocchio piangendo terrorizzato; nessuna ferita di spada era stata così profonda e dolorosa della domanda che attraversò la sua mente......
"Ed ora io cosa farò? Senza nemici e difficoltà da affrontare.....come potrò essere quello di sempre......un guerriero?".
Se hai bisogno di nemici e difficoltà, l'unica cosa che puoi fare per vincere è cercare la pace con te stesso.

mercoledì 14 febbraio 2018

Amore fù

Come raccontare una favola su qualcosa che è bello come una favola e reale più del vero?

Racconterò che ha una fine o perlomeno una trasformazione.

Cosa è la fine di un Amore?

Timore e speranza,
nel rendere vero più del vero la verità;
disperso è stato qualcosa di valore inestimabile, un Amore più grande della propria vita.
Mi chiedo se un Amore così sia giusto.
Mi chiedo se esista un Amore giusto.
Mi chiedo se qualcosa di diverso si possa chiamare Amore.

giovedì 1 febbraio 2018

Il forte albero

C'era una volta un piccolo fuscello che con l'andare del tempo cresceva rigolioso.
Si rafforzava con le intemperie, il fulmine un giorno lo colpì ma lui ricrebbe forte ed alto.
Crebbe moltissimo e molti animali furono suoi ospiti, uccellini e scoiattoli. Anche le laboriose formiche furono accolte nel grande tronco;  l'albero si sentì fiero di sé e pensò di essere indispensabile per ognuna di quelle creature.
Sicuro di se continuò a crescere, fino al giorno in cui non vi riuscì più; si era indebolito. Alcuni rami iniziarono ad ingiallire e morire lentamente per poi cadere sciancati dal vento.
Molti animali iniziarono ad abbandonarlo ma non le formiche che crescevano di numero; l'albero era contento di loro e ne andava fiero: "guarda che bella colonia!".
Una notte si scatenò una fortissima tempesta che sconquassò tutto il bosco; il mattino seguente il tronco del grande albero giaceva a terra mentre le formiche uscivano da ogni dove, da tutte le cavità che avevano scavato all'interno del grande tronco.
Un timido germoglio si faceva già largo tra le possenti e rosicchiate radici del vecchio re della foresta, mentre le formiche fuggivano in cerca di una casa più accogliente.


mercoledì 31 gennaio 2018

Luna

Stanotte saremo in balia dei nostri sogni
stanotte la luna li ascolterà e piangerà per i nostri desideri irrealizzati,
riderà felice perché quando ci sveglieremo,
li avremo scordati.
Allerta stanotte il cuore starà e con grande forza ci mostrerà la sua via.
Non voltar le spalle luna, anche se il peso è grande; non esser donna vile che rinuncia a sogni e passato, che si veste da fenice ma è solo un pettirosso impaurito.
Rimani con me nel limbo dei miei sogni e ricordameli tu perché io li scorderò.

lunedì 1 gennaio 2018

Volere ed aspettare

L'alba sorgeva e Carletto si affacció alla finestra di sala per vederla arrivare.
Pensava intensamente e quasi senza accorgersene si domandò sottovoce "Cosa succederà nell'anno che viene?".
Suo nonno gli coprì le spalle con una coperta e gli porse del latte caldo mentre si sedeva accanto a lui.
"Vedi, la vera domanda è, cosa vuoi che accada?".
" Se non vuoi qualcosa con il tuo cuore e non lavori per ottenerlo non potrà mai succedere".
Carletto guardò il nonno e poi gli chiese " E se volessi una cosa con tutto me stesso, combattessi per ottenerla e quella non arriva?".
Il nonno lo guardò e rispose sorridendo "Sei un bravo bimbo.....te ne dispiacerai molto e piangerai con il cuore ma saprai di aver fatto tutto ciò che potevi fare e che comunque era una tua scelta ponderata. Non farai come la Volpe con l'uva....".
"Ma questa è un'altra favola....".