giovedì 19 novembre 2020

Un autunno speciale

 Qualcosa accadde e qualcosa cade

fulmini e pioggia sono violenti

contro monumenti

stupendi, sfumati e lucidi

come uno specchio splendido

è la fine di una era.




Questa poesia è stata scritta da mio figlio piccolo, era orgoglioso e contento quando mi ha mostrato il foglio.

Io sono rimasto inebetito, contento e commosso come ogni padre che rivede qualcosa di se nel proprio figlio.

E' il più grande regalo che mi potesse fare ma lui non lo sa.......

La Piazza sempre sola

 C'era una volta in un bel paesino una grande piazza, rivestita di mattoni e pietra.

Era una piazza molto vissuta, piena di vita, gente, mercati, spettacoli ma lei si sentiva sempre sola.

Nessuno prestava attenzione a come era fatta, alla manutenzione dei rivestimenti o alla sporcizia che veniva lasciata in giro. Lei ne soffriva molto; tutti la nominavano, la usavano e la vivevano ma lei sapeva che in realtà nessuno teneva realmente a lei, in fondo era soltanto un luogo come un altro che le persone usavano per i loro interessi, dove trascorrevano una parte della loro vita. Finché lei sarebbe stata utile sarebbe esistita, poi forse sarebbe stata dimenticata e trasformata in un parcheggio; questa era la sua convinzione.

Eppure tutti i palazzi che la circondavano e che erano lì da quando era stata costruita, provavano a convincerla che il mondo è fatto così e che non bisogna farne un dramma; lei rispondeva loro:

"La fate facile voi......voi ospitate le famiglie degli uomini, li vedete nascere, crescere e morire; vi tramandano da padre in figlio e rappresentate per loro una garanzia. Si impegnano per ripararvi e ricostruirvi; gli uomini spendono la loro vita per voi....ogni famiglia ha ricordi con voi....non con me"


Fu così per tanti anni, finché un giorno nella piazza iniziarono ad arrivare ruspe, operai ed architetti; la piazza pensò "E' arrivato il mio momento....ora diventerò un parcheggio......non servo più....in fondo a cosa può servire una piazza poi.....".

Da uno dei camion parcheggiati si alzò una voce "A ricordare mia cara!".

La piazza si ammutolì, spaventata ed impaurita da quella voce inaspettata.

Un buco venne scavato al centro della piazza, che sentì un forte solletico che la fece ridere dopo tanto tempo.

Gli operai si misero al lavoro e scavarono, costruirono finché un piedistallo non fù pronto.

A quel punto una imponente statua fu presa dal camion ed issata al centro della piazza.

La piazza non credeva ai suoi occhi. Un maestoso cavaliere su un cavallo rampante era lì, immobile e fiero nella sua posa con la sciabola alzata.

"Ma tu chi sei?" chiese sorpresa la piazza.

"Io sono il ricordo della storia degli uomini, ricordo loro da dove vengono e quello che hanno fatto. Ed a te faccio presente che sarò tuo compagno da qui finché l'uomo vorrà ricordare."

La piazza continuò "E perché ti hanno messo proprio qui?".

La statua rispose "Perché questo è il luogo più importante per gli uomini, qui tutti devono passare nella loro vita e qui dovranno ricordare".

La piazza si meravigliò e continuò a fare domande alla statua che rispondeva sempre con orgoglio, gentilezza e felicità, perché il cavaliere era contento che la cosa che lui riteneva più importante fosse interessata a lui......