domenica 10 maggio 2015

Vasi rotti

Ci sono cose che quando sono veramente rotte non puoi tentare di rincollarle, anche se usi la colla migliore.
Mettiamo che per un qualsiasi motivo tu abbia rotto un vaso o semplicemente sia caduto.
Bhe, bisogna rassegnarsi, per qualsiasi sforzo tu possa fare rimarrá un vaso rotto o sbertucciato. Ti puoi accontentare e convinvere perché c'eri affezionato o perché non ne trovi uno uguale oppure perché era perfetto per il tuo arredamento. Addirittura potresti essere fiero di averlo riparato cosi bene, che sembra meglio di prima......
Ti puoi raccontare tutto quello che vuoi ma rimane sempre un vaso rotto e dunque perderá un poco di acqua, le crepe si vedranno sempre di piú nel tempo ed alla fine non sará cosí bello e magari verrá pure a noia.
Fidati, aspetta a disfartene, aspetta che diventi insopportabile e poi distruggilo; non contare nel poterlo incollare nuovamente sarebbe solo peggio. Spaccalo, pestalo, distruggilo poi prendi i cocci, con Amore riuniscili ed abbine cura. Pestali anche se fá male e riducili in polvere finissima con estrema cura, anche se é uno strazio; poi aggiungi un pó di acqua ed a quattro mani impasta con tutta la forza che hai. Modella, impasta, suda e piangi per il dolore alle mani, fai riposare e riposati. Quando tutto sará pronto ed asciutto magari avrai ottenuto una bellissima anfora oppure un semplice posa cenere, non sará mai piú un vaso ma comunque sia non sará qualcosa che non svolge pienamente la sua funzione, inoltre potrai dipingerlo come vorrai, con tutti i disegni e colori del mondo; potrá essere imperfetto e sbilenco ma non sará mai una cosa aggiustata con la colla, sará una cosa veramente tua, qualunque cosa essa sia. Non si incolla mai un vaso rotto a meno che un giorno tu non voglia rassegnarti a metterlo in un angolo.

Le stelle nel bosco

Era sempre stato un bambino curioso ed a nulla valevano le raccomandazioni di sua madre: "Se ti allontani troppo un giorno ti perderai!".
E così fu, come succede sempre a chi per troppa intelligenza e poca saggezza, vuol dissetare i propri desideri.
La farfalla volava nella luce colorata del tramonto,  dipinta di arancione si avvicinava al verde scuro e profumato del bosco; dietro di lei Carlino ipnotizzato dal suo sbattere le ali.
Fu un attimo, la farfalla si infilò in un cespuglio di rovi e volò in alto tra le fronde di una quercia.
Carlino si punse tra i rovi dove lo aveva condotto la farfalla ma il dolore lo destò e la prima cosa che gli venne in mente fu: "Come fa una cosa così bella a vivere in un posto così tetro?".
La seconda cosa che gli venne in mente fu: "Accidenti non riesco a trovare il sentiero. ........".
La terza cosa che gli venne in mente fu: .....nulla..... perché era spaventato! !
La tenue luce filtrava tra le fronde sempre più bassa e fioca, tinta di rosa e bianco.
La Mamma sicuramente si stava già preoccupando pensò Carlino, doveva provare a ritrovare il suo sentiero ma da dove?
I colori della farfalla ed il suo incedere lo avevano completamente assorbito;  provò a seguire quelle che credeva le sue impronte ma proprio quando riuscì a scorgere Sirio nello scuro cielo di Maggio si rese conto che quella non era altro che una radura.  Fu allora preso dallo sconforto e pianse, pianse perché si sentiva solo ed aveva paura,  pianse perché nessuno lo avrebbe riparato dal freddo che iniziava a sentire,  pianse perché non sapeva se qualcuno lo avrebbe trovato.
Guardò il cielo e Sirio era la stella più brillante tra le 1000 e 1000 che vedeva.
Tra i mille rumori che provenivano dalla macchia scura del bosco,  gli scricchiolii ed i versi degli uccelli, Carlino confidò nella muta luce delle stelle.
Ai suoi occhi pieni di lacrime parve che le stelle del cielo si accendessero anche accanto a lui, Piccoli punti luminosi si accendevano e spengevano sempre più vicini e sempre di più. Poi nella coltre di stelle vanescenti vide un buco, lo scrutó e vide una striscia chiara rispetto a tutto il nero del bosco; un sentiero.
Non poteva fare altro, perso nel nulla in un posto sconosciuto, nel buio totale se non per le stelle in cielo e quelle in terra, si buttó nel nuovo sentiero.
Di li a poco smise di piangere e vedeva piú nitide le piccole luci; erano lucciole quelle che gli avevano indicato il sentiero! Tutto il bosco ne era invaso, un accendersi e spegnersi continuo, ritmato da cadenze precise, Carlino era nuovamente ipnotizzato.
Ma questa volta non venne ingannato dalla bellezza, fu invece condotto proprio davanti casa!
Apri la porta e trovó la sua mamma che lo abbracció subito. "Mi ha fatto preoccupare tantissimo! Ho pregato tutte le cose nelle quali ho creduto! Dal signore del cielo alle ninfe del bosco, dai Santi alle stelle del firmamento."
"Mamma credo che le stelle piú di ogni altre ti abbiano ascoltato.....".
In quella valle ed in quel bosco non si ricorda vi siano mai state cosi tante lucciole come quella notte senza luna, dove Sirio brillava come per la prima volta in mezzo alle sue sorelle.