domenica 15 luglio 2018

La piccola Fenice

C'era  una volta su un piccolo vulcano di una lontana e sperduta isola, un mucchio di cenere.
Quel mucchietto  di cenere inizió a scaldarsi ed a ribollire, prese fuoco e in una piccola vampata di luce e fiamme prese forma un piccolo uccello.
"Finalmente sono tornata al mondo! Nel posto giusto in compagnia del calore della terra il mio compagno di sempre." Detto questo il piccolo e fiammeggiante uccellino prese a volteggiare velocemente e con grande abilità sopra la bocca del vulcano.
"Sono libera e posso fare quello che voglio!" disse la piccola fenice alzando il suo volo e guardando all'orizzonte altre isole lontane.
Continuò così per molto tempo, notte e giorno instancabile. Parlò molto con il vulcano e divennero  grandi amici; si fidavano l'uno dell'altra.
Si fece molti altri amici sull'isola, altri uccellini, una vecchissima tartaruga che era sempre in viaggio, un paguro  che la andava a trovare al tramonto ed i pesci che saltavano fuori dall'acqua  per salutarla.
Un giorno  pensò "Voglio andare su un altra isola e conoscere altri amici ma per poterlo fare devo crescere ancora. Ma per poter crescere  devo bruciare ancora molto di più e farlo velocemente; l'unico che può  aiutarmi  è il vulcano."
Decise così in un caldo giorno d'estate di crescere ancora; si posò  sul bordo del vulcano e si accovacciò iniziando a fiammeggiare sempre di più decisa a buttarsi dentro.
Una possente e profonda voce tuonò "Ferma! Mia giovane amica, ferma!".
"Se ti butti dentro di me non ci saranno le ceneri dalle quali tu possa rinascere  interamente".
La piccola fenice esitò un attimo ma poi si buttò dicendo "A cosa vuoi che serva un mucchietto di cenere! È solo quello che io sono stata!".
Quando entrò nella lava si creò una grande esplosione ed un ribollire dal quale subito ne uscí un grande uccello, splendido  e maestoso, dal volo elegante che immediatamente iniziò a volare alto.
Con un veloce passaggio scese sul bosco, dove gli altri uccellini la salutarono festosi ma lei non rispose, sorvolò il mare dove i pesci per gioco la schizzarono ma lei se ne andò indignata, passò sopra la sabbia dove il paguro muoveva la chela ma lei lo ignorò.
Alla fine tornò sopra il vulcano.
"Dove vai amica mia?" disse il vulcano.
La bella Fenice non rispose  subito ma dopo poco disse "E tu chi sei? La tua voce non mi è nuova ma non ho ricordo di te."
" So solo che voglio volare via ed essere felice perché  non ricordo di esserlo stata, devo rigenerarmi ed essere nuova.......ancora felice ora ma non ricordo chi sono."

Il vulcano con voce triste disse "Mia piccola amica, hai rinunciato alle tue ceneri che contenevano il tuo passato illudendoti di crescere ed essere più forte e grande; hai solo rinunciato a quella che sei stata cancellando un pezzo di vita senza accettarlo. Sopravviverai ma sarai destinata ad una vita incompiuta e mai completamente piena. Non si può essere felici se non accettandosi e vivendo il presente con un passato."

La Fenice volteggiò sul vulcano dicendo "Sembrano  delle sagge  parole ma io non so  chi tu sia e non mi fido di te. Cercherò  la mia felicità  su un'altra isola è un mio diritto."

Detto questo si allontanò fino a sparire all'orizzonte.

Il vulcano divenne molto triste.

Un giorno la vecchia tartaruga si fermò a riposare al rientro  del viaggio.
Il vulcano gli chiese se avesse visto la fenice e la tartaruga rispose: "Aimè si. Chi ha rinunciato al sul passato è sempre alla ricerca di una conferma del suo presente ed alla creazione di un futuro per non sentirsi sperso. La ricerca disperata di conferme di se porta alla solitudine dentro; così  come le fiamme svaniscono senza un tizzone nella sua cenere."


martedì 10 luglio 2018

Metà della felicità

Dove è l'altra metà della felicità,
quella che senti mancare quando è finito l'attimo. Quella che ti fa sentire incompiuto, o che manca nel momento giusto?
È nei sogni, in tutti quelli che vuoi realizzare ma non riesci o pensi di non riuscire. Non ti svegliare sogna per rincorrere i tuoi sogni con tutto te stesso, non è una eterna ed incompiuta infelicità è una felicità sempre possibile.
Sogna non importa come dove quando e con chi, sogna la tua vita in un sogno vero.
Sogna di te, di chi Ami, di chi ti Ama.
Ama chi ti fa sognare.
Mischia i brandelli della tua vita, con i brandelli dei tuoi sogni.
Non perdere alcuna occasione per piangere e nessuna per ridere.
L'altra metà della felicità è nella vita che viene davanti a te.