mercoledì 14 maggio 2014

Jhon Occhiolungo e Giovannella

Lo "zombo" Jhon e Giovannella.

Su una bella collina accanto un boschetto, sorgeva sempre una meravigliosa luna piena che illuminava il piccolo e curato cimitero costruito sulla sommità. 
In quelle notti usciva sempre dalla sua bara lo "zombo" Jhon chiamato "Occhiolungo". Si annoiava da solo in quel piccolo cimitero perché non c'erano bambini che giocavano con lui.
A dir la verità nessuno giocava con lui perché si spaventavano tutti! E pensare che era uno "zombo" carino e paffutello, aveva ancora tutti i capelli ed i denti in bocca; era solo un pò verde e grigio.
Per sentirsi meno solo si addentrava nel bosco alla ricerca delle persone che si erano perse. Così almeno la sua bruttezza sarebbe servita a qualcosa; faceva scappare le persone in direzione della strada giusta per il rientro a casa. 
Ma lui si sentiva ancora tanto solo!
Un giorno,  o meglio, una notte, camminando nel boschetto, da dietro, un cespuglio vide una bambina.  
Pensò tra se e se di poterla spaventare facilmente ma quando saltò fuori dal cespuglio lei si giro' ed esclamò "Ciao! Mi puoi aiutare?". Jhon rimase come un suo zio scheletro,  intirizzito e muto. "Io sono Giovannella, puoi aiutarmi a trovare la strada di casa? Tu chi sei?".
Lui rispose "Sono Jhon detto Occhiolungo, perché dal cimitero vedo le persone che si sono perse nel bosco. Scendo sempre ad aiutarle."
"Allora sei venuto per me!" disse Giovannella. "Puoi aiutarmi a tornare a casa? Io abito oltre l'altra collina accanto al laghetto".
Jhon accetto' volentieri ed i due si incamminarono parlando e giocando. La luna piena era molto luminosa ed alta; Jhon si mise a guardare Giovannella.  Era una bella bambina con i capelli lunghi e neri, gli occhi intensi e marroni. Jhon notò che la luce della luna dava un tono particolare alla pelle chiarissima di Giovannella, sembrava quasi trasparente. Ed accidenti come era bella!
Si misero a giocare con le lucciole che li circondavano ed a contare i bitorsoli di una grande quercia coperta di muschio.
Poi arrivarono alla collina; era molto ripida e si aiutarono a vicenda per salire. "Io abito nella casa che vedrai una volta in cima....", disse Giovannella. 
Dalla vetta Jhon guardò in basso e rimase nuovamente sbigottito.
La casa era cadente, il tetto sfondato e le finestre tutte rotte!
"Sai da quando il mio babbo e la mia mamma sono andati via nessuno è rimasto con me; eppure non ho fatto niente, mi sono solo ammalata! Ma quando qualcuno mi vede scappa subito urlando".
"Che strano, è successo pure a me", disse Jhon.
Si avvicinarono ed entrarono; la cameretta di Giovannella era spoglia ma c'erano tante foto; una bella bambina con un babbo ed una mamma.
"Jhon vuoi giocare sempre con me? Io sono sola e gioco solo con i pesci del lago".
Jhon annui guardando Giovannella che lo bacio' su una guancia;  "Giocherò sempre con te, perché siamo uguali dentro".
Tutte le notti, ora la luna illumina due bambini che giocano attorno ad una grande quercia.

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